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Le Musiche Inclusive dalla vita prenatale al Conservatorio: teorie, ricerca e possibili itinerari didattici

Sin dall’antichità, la musica ha svolto una funzione paideutica di straordinaria importanza. Presso i greci, la mousiké era una cultura orale che si diffondeva nelle pubbliche esecuzioni in un connubio tra melodia, parola e gesto dove le arti e le emozioni erano legittimate nella loro funzione complementare. L’arte dei suoni è l’arte liberale per eccellenza e il legame tra educazione e musica è quanto mai consolidato nell’identità stessa della pedagogia occidentale. La produzione vocale e strumentale italiana ed europea ha una lunga e prospera tradizione che, da elemento fondante della paideia greca e dell’humanitas latina, è divenuta nel corso dei secoli un ambito di indagine prezioso nel panorama degli studi umanistici. La scienza ha dimostrato che tutti nasciamo con una dotazione genetica alla musica e che le successive abilità dipendono non solo dal livello iniziale di attitudine musicale, ma anche dall’ambiente – in grado di alimentare le motivazioni interne – e da un’educazione capace di sostenere l’apprendimento a partire dalla vita intrauterina. Educare all’arte dei suoni è, infatti, un’occasione straordinaria per arricchire le nostre possibilità di espressione e di comunicazione e per intraprendere una via percorribile verso la fragile consistenza del nostro Io. La musica plasma le emozioni, il buon gusto e l’apprezzamento estetico, forma il nostro essere e mobilita le capacità intellettive. Fare musica fin dall’infanzia aiuta a prendere coscienza dell’identità vocale ed emotiva e ad accrescere e sostenere lo sviluppo corporeo, motorio, percettivo, affettivo-relazionale, creativo e cognitivo che sono alla base del normale processo di sviluppo di ciascun individuo. Sul piano operativo, l’educazione musicale nella scuola e l’alta formazione nei conservatori affrontano la sfida dell’inclusione per promuovere in tutti e ciascuno il senso di appartenenza e partecipazione, funzionale a stimolare gli apprendimenti e la crescita culturale. Tuttavia, nonostante il legame storico tra conservatorio e fragilità umane, non è scongiurato il rischio di forme di esclusione, di disparità e di disuguaglianza nell’accesso e nella condivisione, soprattutto negli studenti con disabilità.