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Capitalismo e sacro

A dispetto delle apparenze, il capitali­smo non ha eliminato il sacro nel mon­do secolarizzato. È esso stesso diventato una religione, ormai su scala globale. Alla sua forma ultima, quella neo-liberista, vie­ne reso un culto indiscusso, i suoi dogmi (consumo in primis, crescita illi­mitata, incentivi, meritocrazia, profitto) vengono pacificamente condivisi, i suoi sacerdoti (i manager) ossequiati, le sue pratiche sacrificali accettate come ine­luttabili, le sue comunità chiesastiche (le imprese) desiderate. La forza cultu­rale del capitalismo odierno si insedia nelle coscienze fino a configurarsi come un’esperienza assoluta e onnipervasiva. Luigino Bruni esplora i profondi intrec­ci tra economia e religione, mercato e spirito, mostrandone le radici arcai­che, le contaminazioni storico-teologiche fino agli esiti sofisticati della società postmoderna, individuando nella misericordia, nel dono e nella gratuità l’antidoto alle tendenze distruttrici di un’economia diventata idolo.