In ricordo di Andreina Ricci

Martedì 12 novembre Andreina Ricci ci ha lasciato.

Difficile descrivere in poche righe la sua personalità e la sua professionalità. Già professoressa ordinaria di Archeologia classica all’Università di Roma Tor Vergata, ha insegnato per anni nel nostro Ateneo trasmettendo la passione per l’archeologia a studenti e dottorandi, tanti dei quali sono rimasti a lei legati da stima e amicizia.

Figura visionaria nel mondo dell’archeologia, nel 1994 ha fondato a Tor Vergata il Centro interdipartimentale per lo studio delle trasformazioni del territorio, beni culturali e scienze informatiche, un centro di ricerca, interdisciplinare di avanguardia, del quale è stata Direttrice e poi membro del Comitato Strategico. Ha ricoperto ruoli istituzionali strategici nel mondo dei beni culturali; è stata chiamata a far parte della Nuova Commissione edilizia e urbanistica del Comune di Roma per il Nuovo Piano Regolatore di Roma, del Gruppo di studio per la formazione universitaria nel settore dei Beni culturali. È stata membro del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici, ha fatto parte delle Commissioni ministeriali per l’individuazione di linee guida per la Costituzione e la gestione dei parchi archeologici e dell’archeologia preventiva. È stata infine membro del Consiglio scientifico del Parco dell’Appia antica a Roma e del Consiglio scientifico dell’Istituto Centrale per l’Archeologia (ICA). Ha fondato lo spin off universitario di servizi per l’archeologia, Cester Impresa srl, tra i primi a portare la ricerca universitaria a livello di terza missione.

Sul piano scientifico, si è occupata, in particolare, di temi legati all’uso pubblico della storia, al rapporto fra archeologia e luoghi contemporanei, con studi e progetti, anche di carattere paesaggistico, in diverse parti d’Italia. Si è distinta per il suo impegno a promuovere l’archeologia fuori dal centro storico, in luoghi spesso dimenticati della periferia romana, con un’attenzione a tutto il patrimonio archeologico romano, non solo ai “resti noti” del centro ma anche e soprattutto alle testimonianze, spesso invisibili, ai “margini” della città.

Le sue ricerche, contaminate da discipline diverse, hanno innovato concezioni convenzionali dell’archeologia, restituendo agli studi archeologici un senso di contemporaneità, un senso sociale, civile, economico e culturale.

Dopo anni di studio e ricerche ha ideato, realizzato e diretto a Tor Vergata il “Museo di Archeologia per Roma” (2014-2020), un giovane museo pensato per restituire identità storica alla periferia con uno sguardo nuovo, unico, sull’archeologia a Roma. I contenuti di questa esposizione hanno distribuito attenzione e conoscenze su una molteplice varietà di resti antichi, importanti, presenti nella città costruita fino ai suoi margini, e che versano in abbandono, ignorati. Questi luoghi per Andreina Ricci meritavano un’attenzione progettuale vera, nelle strategie legate ai beni culturali, nelle politiche urbanistiche, per le ricadute culturali che potevano determinare sui quartieri della periferia.

Vogliamo ricordarla quando si accendeva in aula durante le sue lezioni all’università, o nel corso delle sue lezioni di archeologia ai cittadini la domenica, o ancora durante le conferenze sull’archeologia di Roma. Vogliamo ricordarla con l’immagine di Pepe, il suo amato cane nero, immobile ad aspettarla nel parco del museo mentre lei andava a fare lezione in facoltà. Vogliamo ricordarla pensando a tutti i cittadini e agli studenti delle scuole che hanno visitato entusiasti il museo e una parte di Roma che non è solo “periferia, margine” ma è ricca di storia da scoprire.

Vogliamo ricordare soprattutto i suoi insegnamenti che hanno dato respiro a idee, progetti, contaminazioni, e che resteranno vivi per sempre.

I funerali si terranno venerdì 15 novembre, alle 10.30, nella chiesa di Santa Maria in Trastevere.