La gloriosa menzogna, 2022
Saggi sulla poesia francese tra Otto e Novecento, di Luca Bevilacqua
Baudelaire, Mallarmé, Michaux, Char: quattro nomi che subito sembrano evocare quella che Julia Kristeva chiamò la “rivoluzione del linguaggio poetico”. Ma oltre al linguaggio è il ruolo stesso della poesia a modificarsi lungo il transito da un secolo all’altro. Non più espressione, resoconto lirico o amplificazione, ma pura ricerca – labirintica e angosciata – del vero. E poiché tale impresa si svolge grazie agli “artifici umili e sacri della parola” (Mallarmé), non sorprende che la poesia debba mistificare, ingannare, creare doppi fondi e immagini fasulle pur di svelare il suo fine più alto: accompagnare e confortare l’uomo nel suo fatale andirivieni tra il falso e l’autentico, offrendosi in tal modo come una gloriosa chiave interpretativa.