Scavi

Villa delle Terme degli Stucchi dipinti

Enti coinvolti:

Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” (Dipartimento di Storia, Patrimonio Culturale, Formazione e Società; Dipartimento di Biologia, Dipartimento di Medicina del Lavoro; Dipartimento di Ingegneria Industriale; Servizio Prevenzione e Protezione); Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma; Istituto Centrale per il Restauro; Salisbury Archaeology.

Responsabili scientifici:

Progetto di scavo e valorizzazione: Margherita Bonanno, Marcella Pisani, Giulia Rocco.

Analisi archeobotaniche e identificazione tassonomica dei resti vegetali: A. Canini, A. Gismondi, A. Travaglini (Dipartimento di Biologia)

Progetto di restauro: Maria Laurenti (ICR)

Il progetto di ricerca scientifica, di scavo didattico, di restauro e di valorizzazione ha per oggetto lo studio interdisciplinare di un grande complesso edilizio scoperto a seguito di attività archeologiche preventive condotte dalla Soprintendenza in una zona prossima all’Ateneo di Tor Vergata (PdZ D8 Tor Vergata 2). La Villa delle “Terme degli Stucchi dipinti” deve il suo nome ai numerosi frammenti di stucchi e di intonaci policromi rinvenuti nel corso dello scavo. Per questo motivo, a partire dal 2015, il progetto vanta la collaborazione con l’ICR, nell’ambito della quale è stato possibile avviare il recupero e il restauro dei rivestimenti pavimentali e dei numerosi intonaci e stucchi pertinenti alla decorazione delle pareti e dei soffitti degli ambienti. Dall’ottobre 2017, circa 7000 frammenti di affreschi e stucchi, provenienti dal Calidarium della Villa, sono stati trasferiti al Santa Marta al Collegio Romano dall’ICR, per far parte del Progetto Restauro Aperto e, trasferiti su supporti, attendono oggi la definitiva esposizione al pubblico. Nel contempo, oltre allo studio architettonico e a quello avviato sui reperti , sono stati avviati altri progetti di ricerca che hanno per oggetto lo studio del paesaggio (analisi archeobotaniche), dei pigmenti (analisi chimico-fisiche e di DNA), delle tecniche decorative (termografia e termoluminescenza), e della fisionomia e della quantità delle evidenze archeologiche in questo settore del suburbio (prospezioni geofisiche, elettromagnetiche etc.). Il progetto è anche inserito nella didattica di vari corsi di laurea e dottorato e più di duecento studenti sono stati coinvolti nello scavo e nello studio dei reperti.