Villa Adriana – Valle Picta

– Responsabili scientifici

Marco Fabbri (Dipartimento SPFS), Giuseppina Enrica Cinque (Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica); Nicoletta Marconi (Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa); Benedetta Adembri e Andrea Bruciati (Istituto Autonomo Villa Adriana e Villa d’Este)

– Enti coinvolti

Università di Roma “Tor Vergata”; Istituto Autonomo Villa Adriana e Villa d’Este.

– Durata

Dal 2021

Breve descrizione del progetto

Il progetto, che nasce nell’ambito di una convenzione-quadro stipulata tra l’Istituto Autonomo Villa Adriana e Villa d’Este e l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, è finalizzato allo studio e alla riqualificazione museale dell’area denominata da Pirro Ligorio “Palestra”, attualmente chiusa al pubblico. Si tratta di un complesso che ha restituito in passato reperti scultorei di altissima qualità e ambienti coperti da volte decorate in stucchi dipinti, oppure pavimentati con raffinate decorazioni marmoree in opus sectile. Il nuovo progetto riguarda uno dei due corpi di fabbrica con ambienti a crociera che possiamo oggi identificare con un edificio documentato dal Palladio in uno dei suoi schizzi.

La costruzione fino a pochi anni fa è stata abusivamente abitata, con esiti devastanti per tutta l’area, che oggi versa in uno stato di forte degrado. Il progetto prevede una serie di attività di documentazione e di indagine finalizzate al consolidamento delle strutture murarie in vista di una progressiva riapertura al pubblico dell’intera zona della Palestra. Contestualmente alla stesura del progetto sono stati svolti alcuni sondaggi esplorativi. Asportando parte del pavimento moderno dell’ambiente d’ingresso dell’edificio, è stata rilevata la presenza di un piccolo ambiente sottostante, contenente un forno e una scala in muratura, entrambi in perfetto stato di conservazione. L’attribuzione di tali strutture alle attività produttive citate come preesistenze in una pianta settecentesca appare molto verosimile. Ancora più importante è stata l’individuazione di un accumulo di frammenti di pitture e di stucchi intenzionalmente accatastati in prossimità del forno per motivi ancora da chiarire. La qualità e la quantità dei frammenti finora recuperati, quasi 500, non lascia dubbi sull’importanza del ritrovamento, anche in considerazione della scarsa conoscenza dei rivestimenti pittorici che decoravano la villa imperiale tiburtina. Grazie a questo rinvenimento che il progetto – denominato ormai “Valle Picta”- ha potuto beneficiare di un primo stanziamento della Direzione Generale Musei, che permetterà di eseguire le prime opere di consolidamento.